Questo articolo è un po’ speciale rispetto agli altri ed è stato possibile grazie alla collaborazione di alcune nostre amiche creative. L’idea è nata osservando il difficile ambiente dell’handmade: è vero, creare è bellissimo e gratificante, ma quante volte ci capita di vedere le nostre idee letteralmente rubate? Non tutti sembrano comprendere i sacrifici e la fatica che stanno dietro ad un progetto finito: ore di tentativi, prova, fare e disfare. Ma alla fine la fatica viene ripagata.
In questa intervista abbiamo deciso di elogiare un elemento fondamentale per dare vita al nostro lavoro: l’originalità! Mettetevi comode e venite a scoprire il percorso che le nostre amiche hanno intrapreso.
1.Nome, nome attività/blog/negozio/canale social
-Valentina Gambi, creativa per passione
-Rosa Larossa, realizzatrice di borse, pochette, bomboniere,… all’uncinetto – Rose Made. Facebook: Shop Rose Handmade. Instagram: rosa.larossa
-Valentina: “Ho iniziato a lavorare ai ferri da bambina. Mi ha insegnato mia mamma. Poi, ho accantonato il tutto per anni e anni. Circa sei anni fa avevo ripreso a fare qualcosina ai ferri, poi, a casa di un’amica, ho visto che stava lavorando ad un centrino a filet. Le ho chiesto di insegnarmi e lì ho fatto le mie prime catenelle. Da quel momento YouTube è stato il mio maestro!”
-Rosa: “Da ragazza mi è sempre piaciuto imparare a fare lavoretti all’uncinetto e cucito. Ma la vera passione è iniziata cinque anni fa: avevo del filato da utilizzare ed ho pensato di fare delle canotte per mia figlia. Poi ho iniziato a fare astucci, pochette e da lì ho proseguito.”
-Elena: “Ho sempre respirato artigianato sin da piccola, perché mia mamma e molte donne della mia famiglia erano sarte, magliaie, ecc. Stoffe, gomitoli e fili sono sempre stati parte del mio quotidiano. Ho imparato le basi del cucito da piccola in casa, a riconoscere i tessuti, riparare e riutilizzare. I miei studi universitari trattavano tutt’altro, libri antichi e miniature; ma quando ho perso il lavoro nel settore ho riunito i due rami: passione per il tessile e competenze nei pigmenti antichi.”
3.Quali sono stati i principali ostacoli iniziali? Hai ricevuto delle critiche?
-Valentina: “Non ho pagine ufficiali sui social o canali YouTube, per cui la sfida è sempre stata soprattutto con me stessa: la mia voglia di avere tutto e subito, ma allo stesso tempo la difficoltà nel portare a termine i progetti. Ne ho sempre uno più importante da iniziare! Non ho mai ricevuto critiche negative, ma ho sempre cercato di seguire i consigli di chi è più esperto di me.”
-Rosa: “La difficoltà iniziale è stata non conoscere bene le tecniche, ma con i tutorial su YouTube mi sono trovata bene. Direi che critiche vere e proprie non ne ho avute, anzi, in tanti mi hanno incoraggiata!”
-Elena: “All’inizio quasi nessuno capiva la tintura naturale. Dieci anni fa sembrava una cosa stupida - tanto lavoro quando puoi comprare una tinta al supermercato o semplicemente buttare il vestito e comprarne uno del colore che ti piace - infatti era davvero solo un hobby e facevo tutt’altro. Poi la consapevolezza di quanto pesa l’industria tessile sull’ambiente è aumentata tantissimo, e i miei lavori hanno iniziato a essere sempre più richiesti, tanto che oggi è la mia attività principale.”
4.Qual è stato il tuo primo lavoro?
-Valentina: “Ai ferri da bambina, una sciarpa per me. All’uncinetto un cuscino amigurumi orribile a forma di emoticon con gli occhi a cuore. L’ho buttato via!”
-Rosa: “Da ragazza fu un centrino. Il primo cinque anni fa fu il bordo a filet della credenza.”
-Elena: “Le primissime tinture fatte per sperimentare quello che studiavo nei libri le conservo ancora: fatte su lana vecchissima, riciclata disfando maglioni che mia madre aveva in casa da secoli; in un quaderno ad anelli ho attaccato i campioncini come in un catalogo. Ogni tanto lo sfoglio ancora!”
5.Cosa ami di più del tuo lavoro?
-Valentina: “Il fatto che non è il mio lavoro principale. Creo solo per me stessa o comunque senza ricevere richieste. Non sono capace di lavorare a progetti su commissione perché voglio realizzare solo quello che mi piace.”
-Rosa: “Del mio lavoro amo la vastità di scelta: ci sono così tante cose belle da fare, in altrettanti modi diversi!”
-Elena: “L’idea di fare qualcosa che milioni di mani hanno già fatto nei secoli prima di me; tengo in vita una tradizione antichissima, che in passato era centrale nella vita economica e sociale delle persone, con un occhio alle consapevolezze e alle novità del presente.”
6.Dall’idea al progetto: qual è il tuo modus operandi?
-Valentina: “Prendo un filato che mi piace e parto, poi in corso d’opera valuto. Le misure le prendo mettendo i capi addosso e tante volte non conto nemmeno le catenelle iniziali, perché le aggiusto durante la lavorazione. Quello che era partito come uno scialle, può essere disfatto e riprogettato come un cardigan.”
-Rosa: “In genere guardo su YouTube le varie proposte e in base al modello e al punto desiderato, decido come realizzare il mio progetto. Preparo il materiale e realizzo il campioncino per vedere se il punto va bene con ciò che voglio fare. Spesso capita che devo correggere o cambiare qualcosa dopo che ho iniziato. Al termine del lavoro decido quale decorazione applicare. Diverse volte capita che parto con un’idea e finisco con un’altra!”
-Elena: “Poiché il mio lavoro si basa sulla stagionalità delle piante, di solito ragiono un po’ al contrario: parto dalla materia prima - il fiore o l’albero ecc presenti al momento - e in base a quello progetto la linea da proporre, scegliendo i filati più adatti ad essere tinti con quei vegetali.”
7.Qual è secondo te il segreto dell’originalità?
-Valentina: “Mettere un po’ di sé stessi in ogni progetto, qualcosa con cui ci si identifica.”
-Rosa: “Penso che l’originalità sia un dono. A me le idee vengono man mano che svolgo un lavoro, in base al modello oppure in base alla persona che deve riceverlo.”
-Elena: “Avere qualcosa da dire. Si può avere un prodotto sgargiante ma che non ha nulla da comunicare, allora è solo marketing. Se invece si ha un bel messaggio, una storia o un valore da raccontare, il prodotto arriverà; magari non subito, dopo prove ed errori, ma alla fine il messaggio troverà sempre la strada per uscire.”
8.Che consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere la tua stessa attività?
-Valentina: “Non è la mia attività, ma solo un hobby.”
-Rosa: “Il consiglio che posso dare è di farlo con gioia. Iniziare con le basi e conoscere le varie modalità che si possono usare. Per questo ci si può informare attraverso le pubblicazioni o i vari tutorial su YouTube. Iniziare, quindi, con le cose semplici e poi passare a quelle via via più elaborate. Un altro consiglio è quello di scegliere prodotti di qualità e fornirsi presso un negozio di fiducia.”
-Elena: “Studia tantissimo, e poi metti alla prova dei fatti. Fare la tintura senza una base scientifica e storica risulterà sempre in un livello hobbistico, improvvisato, perciò studiare è fondamentale. Però poi sopra a queste basi solide bisogna mettere l’esperienza, saper abbracciare l’imprevisto e ottenere la padronanza di una tecnica che solo la prova in prima persona di quanto appreso può dare.”
9.Ti è mai capitato di subire dei comportamenti scorretti dalla concorrenza? Se sì, quali?
-Valentina: “Non mi è mai capitato. L’unica cosa brutta che mi è successa è che, durante un evento di realizzazione di una sciarpa, una ragazza ha preso la foto del mio lavoro finito e l’ha ripostata come se fosse il proprio. La questione è morta sul nascere perché me ne sono accorta subito. Il mio consiglio è: se postate le foto dei vostri lavori sui social, firmatele sempre per esteso sopra l’immagine. Non sarà quello a farvi prendere meno like.”
-Rosa: “In quanto alla concorrenza, non ritengo di aver subìto comportamenti scorretti. Anzi, finora ho avuto incoraggiamenti e buoni consigli.”
-Elena: “Qualche volta, non tanto nel prodotto - la tecnica è vecchia di migliaia di anni - quanto nel modo di descriverli. Sono molto gelosa delle mie parole, perché so che un lavoro bellissimo non spicca nel mondo digitale se non è raccontato non solo in modo onesto e trasparente, ma anche coinvolgente ed emotivo. Farlo costa fatica, tempo, risorse e quando le mie parole vengono rubate perché qualcuno sceglie la strada più breve della “pappa pronta” mi fa molto male. Però mi riprendo subito perché so che io non resterò mai senza parole o senza idee, mentre chi copia - i testi o i modelli o altro - non sa fare niente da sé. Quindi fatti valere legalmente se vieni copiata, ma non restarci troppo male! Concentrati sul tuo lavoro e avanti tutta!”
10.Qual è stato il progetto più difficile?
-Valentina: “Forse una maglietta topdown ai ferri che ho realizzato per la prima volta senza schemi.”
-Rosa: “Non saprei. La difficoltà maggiore l’ho riscontrata quando ho dovuto applicare una click clack con le viti alla borsa! Ho fatto troppa fatica!”
-Elena: “Le grandi commissioni sono sempre un po’ da batticuore, perché ho una mole di materiale da gestire importante, magari in poco tempo, mentre di solito lavoro in piccoli lotti con tempi dettati dalla stagione e dalla natura. Le maggiori difficoltà le ho quando un cliente non ha ben compreso il prodotto e richiede colori da catalogo, tinte riproducibili, sfumature perfette: tutto questo lo lascio alla tintura industriale, con la natura i risultati sono sempre nuovi e a volte imprevedibili, come ogni fiore è diverso dall’altro e ogni albero muta aspetto nelle stagioni.”
11.Qual è il progetto che più ti rappresenta? (anche con foto)
-Valentina: “Forse proprio quella maglietta o un cocoon con motivo a piastrelle. Sono i primi progetti che ho realizzato senza schemi e li amo entrambi. Il cocoon, però, è più particolare.”
-Rosa: “Direi il lavoro fatto all’uncinetto, tra cui la borsa in generale, perché ha molte varianti e a me piace fare cose nuove.”
-Elena “Una lana che racchiude tutto il percorso fatto finora: l’ho filata a mano con la ruota tradizionale, tinta con le piante e abbinata nei colori dei luoghi dove vivo ora e di quelli che ho lasciato; così tutte le tecniche sono rappresentate e racconta bene il grande cambiamento che ho vissuto lasciando i monti lombardi per la campagna umbra per venire a realizzare il mio progetto di vita.”
Tre modi diversi di vivere la creatività, ma tutti assolutamente originali!
“Non guardare gli altri, non imitarli. Cerca dentro te stesso chi sei veramente e mantieni un atteggiamento positivo.” Cit. Kelly Rowland.