Qualche settimana fa, ero al telefono con mia madre e parlavamo di progetti handmade: mi raccontava di aver messo in lavatrice un maglioncino di mia sorella, per lavarlo più in fretta. Il problema è che quando l’ha tirato fuori si è ristretto tanto che ormai era solo da buttare! Considerato quanto sia prezioso il tempo che abbiamo a disposizione per lavorare ai ferri, trovarsi queste spiacevoli sorprese rende tutto più frustrante.
Quindi, per evitare ogni pasticcio, ultimamente mi sono trovata a dover scegliere una nuova asciugatrice e il criterio imprescindibile è stata la dicitura “lana” fra le diverse opzioni. Da lì, l’idea: e se ci fosse una piccola guida pratica per chi, come me, non ne sa molto fra conservazione e lavaggio di capi handmade?
Perciò ho deciso di rispondere a quelle che sembrano essere le domande più comuni, intervistando la mia amica Lisa e facendo delle ricerche nel web. Spero vi sia utile!
1. Come posso conservare al meglio un lavoro di lana? Devo stare attenta alle tarme?
Il problema delle tarme è molto comune, purtroppo, quando si parla di capi fatti in lana 100% e si può evitare fin dal lavaggio stendendo all’interno.
Difatti, la lana bagnata attira questi insetti che depositano le uova nelle fibre e le larve che ne fuoriescono mangiano il tessuto rovinandolo.
Si può prevenire la loro presenza inserendo nell’armadio della nafta o dei sacchetti di erbe aromatiche (come rosmarino, timo, chiodi di garofano, lavanda o alloro).
Spazzolate i capi in lana, prima di riporli e possibilmente usate grucce in legno di cedro (repellente naturale). Se vi rendete conto che siete stati ormai invasi (trovate dei buchi nei maglioni oppure ne avete viste un paio svolazzare intorno all’armadio), è necessario lavare i capi ancora salvabili e pulire l’armadio con acqua e sapone/aceto strofinando bene negli spigoli per togliere eventuali uova.
Per quelle depositate sui vestiti, potete “stecchirle” mettendo il vestito in questione 20 giorni nel freezer.
2. Come posso conservare al meglio un lavoro in cotone?
Purtroppo il cotone non è esente da questa invasione e le accortezze da adottare sono le stesse che valgono per la lana. Pertanto, per rispondere a questa domanda, si rimanda alla precedente.
3. Non ho il lavaggio per la lana in lavatrice, posso usarla lo stesso per lavare i lavori fatti a maglia? Se sì, a che temperatura e centrifuga?
Le lavatrici moderne spesso hanno già il lavaggio adatto per la lana di default, ma molte di noi hanno in casa modelli che risalgono a diversi anni fa, perciò in questo caso si pone il problema.
Per la lana pura, il consiglio è di lavare a freddo, se possibile, per evitare ogni rischio. Tuttavia, si può inserirle nella lavatrice, evitando però di superare i 30°C e i 400 giri.
Escludiamo anche cicli lunghi e con altri capi di abbigliamento, per evitare che si rovinino, senza prelavaggio o eventuali ammolli.
Un ciclo di circa 45 minuti è più che sufficiente. Si consiglia di inserire i lavori molto traforati all’interno di un sacchetto per bucato, per evitare che durante il lavaggio si impigli da qualche parte, rovinando tutto il progetto.
Se preferite lavarli a mano, riempite una bacinella con acqua tiepida e detersivo apposito o bicarbonato e immergetelo per 10 minuti. Poi procedete col risciacquo in acqua corrente e strizzate.
Per l’asciugatura, vedere risposta 11.
4. Posso lavare il cotone in lavatrice?
Sì e anche a temperature più alte con più giri di centrifuga. Questo perché il cotone è meno delicato della lana, ma si rimanda comunque alla lettura dell’etichetta presente in ogni gomitolo di filato, per evitare di commettere errori.
Il discorso dei lavori traforati, vale come nella risposta precedente. Si possono stendere ad asciugare, sia in forma, sia appesi con le mollette.
5. Devo usare dei detersivi appositi per i capi in lana/cotone?
Se si parla di lana, assolutamente sì! Si tratta di una fibra molto delicata e un detersivo aggressivo potrebbe rovinare il tessuto in maniera permanente.
Se non è possibile reperirne uno, per urgenze si può usare benissimo lo shampoo per capelli.
L’ammorbidente non è necessario, in quanto dentro ai flaconi appositi è presente la lanolina, utile per ammorbidire ed eliminare l’elettricità statica, ma se non riuscite a farne a meno potete optare per l’aceto, l’acido citrico o glicerina, oppure una noce di balsamo per capelli. E’ importante che sul tessuto non rimangano tracce, altrimenti si rovina!
Il cotone, essendo meno difficile da trattare, può essere lavato con i prodotti che già utilizzate per gli altri vestiti.
6. Nel lavaggio esistono differenze fra le diverse tipologie di filato in termini di qualità? Ad esempio, differenze tra filati pregiati e quelli più economici?
Non è detto che un filato più economico sia meno resistente ai lavaggi, anzi è vero il contrario, poiché i filati più pregiati (come seta, cashmere, alpaca), se non vengono trattati con le dovute accortezze, vanno incontro a rovinosi risultati, già nel breve tempo.
Quello che può succedere con filati economici, è che scoloriscono fino a perdere del tutto il colore, soprattutto per quanto riguarda il cotone. In ogni caso, già leggendo le etichette si può capire la differenza di delicatezza fra i diversi tessuti.
Esistono comunque delle differenze anche fra i tessuti della stessa tipologia, come per esempio la lana merino. La maggior parte di questi filati si può mettere in lavatrice a 30° al massimo, ma ci sono gomitoli, cosiddetti “superwash” o irrestringibili come Gioia Baby di Bertagna Filati, presente nel nostro negozio Filati Romance, che può resistere a numerosi lavaggi e a temperature che raggiungono tranquillamente 30°, senza rovinarsi.
7. Posso usare l’asciugatrice per i miei lavori handmade?
Per il cotone non c’è problema, ma per quanto riguarda la lana, da evitare assolutamente! A meno che non ci sia l’opzione apposita, sarebbe meglio utilizzare i metodi tradizionali che espongo nella risposta 11, dal momento che questo tessuto soffre gli sbalzi di temperatura e potrebbe infeltrirsi.
8. I filati sintetici sono delicati come quelli naturali?
Come spiegato alla domanda 6, in realtà sono più resistenti e si possono lavare anche ad alte temperature e ed elevati giri di centrifuga.
Bisogna tener conto, però, che saranno più soggetti alla formazione di pallini o pelucchi, che si possono rimuovere passando delicatamente una lametta da barba sul tessuto.
9. Mi si è ristretto un capo in lavatrice, si può recuperare?
Purtroppo in questo caso non c’è molto che si possa fare, in quanto un maglione ristretto è anche infeltrito, quindi il tessuto è rovinato.
Volendo si può fare un tentativo immergendo per due ore il lavoro in 1 LT di acqua con 33cl di latte, oppure in acqua diluita con ammoniaca (1 cucchiaio per ogni litro) per l’intera giornata.
Trascorso il tempo necessario, strizzatelo e asciugatelo normalmente. Forse si può recuperare la morbidezza, ma non aspettatevi miracoli.
10. Mi si è allargato un capo in lavatrice, si può recuperare?
Prima di tutto bisogna capire perché è successo: o le maglie lavorate sono molto larghe, oppure abbiamo steso male il vestito che, di conseguenza, si è allargato sotto il peso dell’acqua.
Per quanto riguarda il cotone, si può provare a recuperare qualcosa rilavandolo a mano, poi strizzatelo con delicatezza e disponetelo su un asciugamano in forma ristretta. Volendo si può inamidare usando lo spray Appretto, per dargli più stabilità.
Per recuperare la lana, metterlo in lavatrice a 30° con centrifuga normale, senza prelavaggio (non scegliere cicli rapidi) e con detersivo senza sbiancanti ottici (sono additivi per avere un bianco più luminoso). Successivamente procedere all’asciugatura normale, ovvero steso a forma su un panno asciutto.
Se non dovessero funzionare questi metodi, sarà necessario ricorrere a quelli sartoriali, magari portando il capo da una persona pratica.
11. Posso asciugare i miei progetti al sole o sul calorifero per velocizzare i tempi?
Il calorifero non dovrebbe costituire un problema in generale, a patto che i tessuti vengano posti vicino, per esempio appoggiati ad una sedia e NON direttamente sopra, per evitare che il forte calore diretto li rovini.
Mentre con il sole c’è da stare ugualmente attenti, soprattutto se si tratta di quello forte estivo, perciò si raccomanda di coprire i tessuti con un panno asciutto.
A tal proposito, spieghiamo come va asciugata correttamente la lana: posto che bisogna ridurre al minimo, se non evitare del tutto, la centrifuga, bisogna fare attenzione anche a strizzarla con delicatezza. Si appoggia il lavoro su un asciugamano (si può coprire con un secondo panno), poi si arrotola per risparmiare spazio e si lascia per un paio d’ore appoggiato ad una superficie, meglio se si tratta dello stendibiancheria, così l’aria passa anche sotto.
Trascorso questo tempo, l’asciugamano avrà assorbito abbastanza acqua e va sostituito con un altro asciutto e, successivamente, lasciare ad asciugare la lana in piano.
I filati sintetici o misti si possono tranquillamente stendere, perché più resistenti.
Queste, ragazze, secondo me erano le domande basilari a cui rispondere, ma se avete altri consigli e dubbi non esitate a chiedere anche nel nostro gruppo Facebook ufficiale.
Alla prossima!
Julia Volta
Bellissimo e utilissimo articolo!!! Grazie Julia, lo salvo subito nei preferiti così al prossimo lavaggio dei capi di lana seguo attentamente ciò che hai scritto!!
Ciao! Mi fa tanto piacere che ti sia piaciuto, ma soprattutto, che l'abbia trovato utile! Anche per me sarà un tutorial utilissimo quando metterò a lavare i progetti in lana finalmente riusciti =) Alla prossima!